Alla metà di giugno la ricorrenza di Sant’Antonio è l’occasione per l’incontro dei realdesi ormai dispersi sulla costa ma che mantengono le radici nell’antico borgo.
Si svolge nella chiesetta omonima situata sopra al borgo e raggiungibile dalla strada carrozzabile che prosegue verso Sanson o per un sentiero che si inerpica diretto al lato della osteria, proseguendo poi per ricongiungersi con l’Alta Via del Monti Liguri. E’ un raro esempio di chiesa non appartenente alla Curia; discendendo infatti da antica proprietà della famiglia Lanteri, è amministrata ora dal Patronato Laico di Sant’Antonio.
La festa inizio con la Messa officiata da don Dani, in parlata brigasca. I realdesi si raccolgono numerosi e non riescono ad entrare nella pur piccola cappella. Ci si saluta, ci si conta e con rammarico si constata che ogni anno qualcuno manca, ma non tornerà nemmeno l’anno prossimo.
Al termine della funzione religiosa i partecipanti scambiano impressioni e racconti gustando un pezzo di focaccia o sardenaira. Contemporaneamente, nel paese è stato allestito un tendone al riparo del quale si consumerà il pasto comunitario. Un gruppo di volontari realdesi ha provveduto nella mattina e nei giorni precedenti a preparare il tutto. Chi ha cucinato una decina di conigli alla ligure, chi ha provveduto alle patate al forno, la pasta è pronta all’istante nella cucina da campo allestita per l’occasione. Chi serve ai tavoli, chi si dà da fare per ogni bisogna. Si gusta e si chiacchiera.
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